L'Italia punta sull'energia da fusione con 2 esperimenti
Iter che coinvolge 35 Paesi e Dtt progetto tutto italiano
L'Italia sta puntando sulla fusione nucleare, che imita i fenomeni che avvengono all'interno delle stelle e che potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine per la transizione energetica. Il nostro Paese è, infatti, in prima linea grazie a due grandi esperimenti: Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), il reattore sperimentale in costruzione a Cadarache, nella Francia meridionale, che coinvolge ben 3.500 ricercatori di 140 istituti di ricerca di 35 paesi, e Dtt (Divertor Tokamak Test), un progetto tutto italiano già in fase avanzata di realizzazione nel centro Enea di Frascati, che include tutte le istituzioni pubbliche che in Italia lavorano sulla fusione e l'Eni, principale industria energetica del Paese. "Al momento, buona parte delle componenti e degli impianti di supporto sono già stati installati", dice Pietro Barabaschi, direttore generale di Iter, che oggi ha partecipato al convegno organizzato sul tema dall'Accademia Nazionale dei Lincei. "Alcune componenti si sono, però, rivelate molto complesse da realizzare: certe, ad esempio, si sono rivelate non conformi e sono già in fase di modifica - afferma Barabaschi - e nello scudo termico sono state individuate delle perdite dovute a problemi di corrosione, che sono state già riparate. Tutto ciò sta facendo allungare i tempi previsti". Iter è il più importante progetto sulla fusione nucleare a livello mondiale, che coinvolge, oltre all'Unione Europea, anche Stati Uniti, Russia, India, Giappone, Corea del Sud e Cina. L'obiettivo è dimostrare la fattibilità dell'energia da fusione. "Iter permetterà di testare diverse tecnologie - prosegue Barabaschi - e si propone di generare circa 500 megawatt di potenza", che equivalgono a 500 milioni di watt.
F.Varghese--BD